domenica 14 agosto 2016

Un percorso PBL sugli shopper di plastica degradabili

Recentemente in un corso di aggiornamento ho avuto l'opportunità di approfondire alcuni aspetti pratici del Project Based Learning. Lo schema del metodo presentato in questo corso si adatta perfettamente ad un percorso didattico che ho realizzato nell'a.s. 2007/2008 presso l'Istituto Tecnico Commerciale Leon Battista Alberti di San Donà di Piave. Proverò allora a descrivere alcune caratteristiche del PBL prendendo come esempio questo percorso didattico. A quell'epoca erano ancora presenti le sperimentazioni abolite dalla riforma Gelmini e la classe in cui insegnavo era appunto una di queste sperimentazioni, caratterizzata dall'insegnamento integrato delle scienze, per cui lo stesso docente insegnava contemporaneamente scienze naturali, chimica e fisica. Nella classe in cui insegnavo, una classe prima, avevo a disposizione quattro ore settimanali e il programma prevedeva contenuti di fisica, scienze della Terra e ecologia suddivisi per moduli che occupavano tutto il monte ore settimanale. La significativa disponibilità di risorse, sia in termini di ore settimanali che in termini di laboratori di scienze e di informatica mi ha permesso di sperimentare un percorso basato sulla indagine a partire da una idea degli studenti stessi.


A quell'epoca nei supermercati Coop venivano utilizzati dei sacchetti di plastica che dopo trentasei mesi si degradavano, polverizzandosi in particelle finissime. Durante il modulo di ecologia ho avuto occasione di parlare di questi shopper e di far vedere agli alunni un sacchetto in fase avanzata di degradazione, da qui gli alunni stessi hanno proposto di fare una attività di ricerca per studiare il processo di degradazione degli shopper. Ha preso avvio, allora un percorso di indagine a gruppi in cui ogni gruppo studiava un possibile fattore che poteva influire sui tempi di degradazione dei sacchetti. Considerato che i tempi di degradazione normali arrivavano ai 36 mesi non c'era realmente la possibilità di misurare i tempi effettivi di degradazione dato che tutto doveva concludersi entro l'anno scolastico ma la parte più interessante, come appunto è nei percorsi di PBL, non stava nel risultato ma nel percorso seguito. Con il supporto del docente la classe si è impegnata nella messa a punto di test sperimentali per studiare l'influenza di diversi fattori sui tempi di degradazione dei sacchetti. L'attività quindi era centrata sugli aspetti procedurali della scienza, in particolare sull'experimental design, si trattava di identificare variabile dipendente, variabile indipendente e di definire tutte le variabili controllate dell'esperimento. Come compito significativo veniva chiesto ai gruppi di collaborare tra loro nella realizzazione di un wiki online in cui relazionare sull'esperimento svolto. Il wiki è ancora oggi online alla pagina https://stival-edu.wikispaces.com/1.+Introduzione


Vediamo allora quali sono gli aspetti significativi di questo percorso.
1. Una domanda significativa che attivi l'interesse degli alunni.
In questo caso la domanda di partenza è stata posta dagli alunni stessi durante la lezione per cui si può dire la la strada di questo percorso è stata subito in discesa, con un forte coinvolgimento e una forte motivazione da parte di tutta la classe.

2. Il progetto è collegato col mondo reale.
All'epoca c'era una vivace discussione sui danni provocati dai sacchetti di plastica che ha portato, negli anni successivi, a vietarne l'uso.

3. Gli studenti progettano il processo che porta alla risposta relativa alla domanda iniziale.
In questo caso la progettazione delle prove sperimentali era il fulcro stesso del progetto dato che l'obiettivo era sviluppare competenze relative agli spetti procedurali della scienza.

4. Nel progetto vengono sviluppate competenze chiave di cittadinanza.
Le competenze chiave che sono state attivate nel percorso riguardavano le competenze collaborative, dato che gli alunni lavoravano per gruppi e le competenze digitali, dato che dovevano realizzare un wiki da pubblicare online. All'epoca la mia carriera di insegnante era ancora agli inizi e devo dire che lavorare sulle competenze collaborative è stato l'aspetto più critico; se c'è una competenza che il docente deve possedere per poter lavorare con metodi alternativi all'istruzione diretta è sicuramente la capacità di gestire la classe.

5. Viene realizzato un prodotto finale.
In questo caso il prodotto non erano i risultati della sperimentazione, che non era possibile ottenere entro la fine dell'anno scolastico ma il wiki di classe, realizzato in orario scolastico nell'aula di informatica e integrato dal lavoro svolto a casa dagli studenti su base volontaria.


Come ho già accennato il punto più critico di tutto il percorso è stata la gestione della classe durante le attività di gruppo e la risoluzione dei conflitti o delle incomprensioni che nascevano all'interno dei singoli gruppi. Una ulteriore difficoltà per gli studenti ha riguardato le competenze digitali, si trattava infatti di alunni di quattordici anni e, sebbene il programma per la realizzazione del wiki fosse estremamente semplice, all'inizio del lavoro non tutti erano in grado di utilizzarlo. In questo caso però è stata sufficiente la collaborazione tra pari per far sviluppare a tutti le competenze necessarie alla realizzazione del sito.
Rileggendo gli aspetti didattici del percorso a qualche anno di distanza devo dire che quello che ho più trascurato è stata la valutazione. All'epoca ho valutato il lavoro svolto con criteri abbastanza arbitrari e poco definiti, oggi utilizzerei l'approccio trifocale di Calvani partendo da due distinte rubriche valutative, una per il lavoro sperimentale e la attività di experimental design e una per la realizzazione del wiki, inoltre integrerei la valutazione del docente con una autovalutazione in chiave metacognitiva, attraverso un diario degli apprendimenti e con una valutazione tra pari, sia sulla procedura sperimentale messa a punto in laboratorio che sulle pagine realizzate nel wiki.

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